Analisi storica e linguistica dell'iscrizione punica con dedica a Bashamem, divinita adorata nell'isola di San Pietro

16.06.2015 05:37

Quotidiano di
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da Pierluigi Montalbano


 

lunedì 30 dicembre 2013

Iscrizione punica con dedica a Bashamem, il Signore dei
Cieli, da 'YN
M nome
punico dell'isola di San Pietro


Iscrizione punica con dedica a Bashamem, il Signore dei
Cieli, da 'YN
M nome
punico dell'isola di San Pietro
di Roberto Casti

 
Sempre con l'obiettivo di rendere maggiormente fruibile la conoscenza delle
iscrizioni fenicie, puniche e neopuniche ritrovate in Sardegna, finora
riservate ai soli studiosi e a pochissimi lettori di nicchia, presentiamo oggi
una tra le più belle iscrizioni puniche ritrovate in Sardegna.
È la dedica a Bashamem (il signore dei cieli) incisa su un blocco in pietra
dolomitica (dim. cm. 61x20x29) provvista nella sua parte superiore di una
cavità rettangolare funzionale all'inserimento di una statua, scultura o altro
oggetto votivo legato al culto della divinità (Cooke 1903 p. 108). Rinvenuta
nel 1877 a Cagliari nel quartiere della Marina e precisamente nella piazza
Sant'Eulalia (E. Pais 1884 p. 185; Taramelli 1914 p. 298), fu erroneamente
considerata proveniente dal quartiere di Stampace in zona l'Annunziata (cfr.
Amadasi Guzzo 1967 sard. 23; idem 1990 p. 43, 74).
Su tali basi é stata ipotizzata la presenza a Cagliari di un tempio dedicato a
questa divinità ubicato presso il luogo di ritrovamento, la Marina. Secondo
un'altra proposta la pietra dolomitica utilizzata sembrerebbe provenire invece
dall'isola di San Pietro, dal santuario dove l'epigrafe sarebbe stata collocata
in età tardo punica e solo successivamente prelevata e trasportata a Cagliari
non si sa bene come e quando. Va inoltre precisato che Il santuario di Bashamem
da cui forse proverrebbe la nostra iscrizione era stato individuato, almeno a
livello d'ipotesi, da Gennaro Pesce e Ferruccio Barreca alla periferia di
Carloforte, in regione San Vittorio, nei primi anni '60, ma dopo cinquant'anni,
quell'ipotesi è purtroppo rimasta ancora tale.
La cronologia, stabilita dal solo riscontro paleografico, si inquadra intorno
al III sec. a.C.
Cagliari Museo Archeologico Nazionale.

Trascrizione
L1 L'DN LB'ŠMM B'YNṢM NṢBM WḤNWṬM ŠNM 2 'Š NDR B'
L2 LḤN' Š
BDMLQRT BN ḤN' BN
'ŠMN'MS BN MHRB'L
L3 BN 'TŠ

Traduzione
Al Signore, a Bashamem, nell'isola dei falchi, stele e ḥnwṭm due 2, che ha offerto Baalhanno, (servo/proprietà)
di Bodmelqart, figlio di Hannò, figlio di Eshmunamas, figlio di Maherbaal, figlio di Atish.

Annotazioni
Incerto fino a qualche anno fa il significato dei 2 ḤNWṬ; alcuni ipotizzavano due falchi imbalsamati offerti
alla divinità dalla radice ḤNṬ oppure due immagini fuse dalla parola greca χωνευτά
(Cfr. Amadasi 1990 p. 75). A seguito del
ritrovamento a Cagliari di un'iscrizione punica incisa su un cippo di marmo
dove compare la stessa parola ḤNWṬ, in questo caso al singolare, la studiosa della
Sapienza ha riconosciuto in quel termine lo stesso cippo in pietra allungata
('BN 'RKT) su cui è inciso il testo di quest'altra iscrizione
dedicata a Melqart peraltro simile ad altri due cippi - Agyiei con due
iscrizioni bilingui dedicate ad Herakles-Melkart e rinvenuti a Malta intorno
alla metà del XVII secolo. Notevole è anche la menzione della divinità a cui è
abbinato, caso piuttosto raro, anche il luogo della sua venerazione.
Così come per la dedica ad Ashtarte di Erice rinvenuta a Cagliari sul
promontorio della Sella del Diavolo, anche in questa iscrizione al nome della
divinità viene associato il principale luogo di venerazione (cfr. Ribichini
-Xella 1994 p. 98 ; Moscati 1986 p. 163); in questo caso infatti il luogo di
culto di Bashamem è localizzato a 'YNṢM, ossia l'isola dei falchi detta anche isola degli
sparvieri ('Y= isola; NṢM plurale semitico di NṢ = rapaci).
Oltre che nella nostra iscrizione, il nome punico dell'isola, ENOSIM è
ricordato da Plinio con queste testuali parole: "Habet (Sardinia) et a
Gorditano promontorio duas insulas quae vocantur Herculis: a Sulcensi Enosim ,
a Caralitano Ficariam" (Naturalis Historia III.7.84) e,
sempre in età romana, anche Marziano Capella (De Nuptiis Philologiae et
Mercurii, VI 645) la ricorda come ENUSIN. ENOSIM o ENUSIN indicano dunque la
stessa isola 'YNṢM come
era chiamata in età tardo punica; ma sappiamo
che 'YNṢM è anche
la Iεράχων νήσος di Tolomeo (III,3,2) e l'Accipitrum insula dei romani; insomma
tanti nomi diversi dati da genti diverse che parlano lingue diverse ma che
nella sostanza indicano la stessa isola con l'unico appellativo che tutti conoscono: l'isola dei falchi come ognuno con la propria
lingua denominava allora l'attuale isola di San Pietro - Carloforte.

È evidente come entrambi i toponimi, sia quello greco che quello latino, facciano
riferimento ai rapaci e siano tutti l'identico calco del termine punico
originario; e, come quasi sempre accade, i vari toponimi coesistettero per
secoli sovrapponendosi finché non furono tutti dimenticati e sostituiti da
altro toponimo. Così come potrebbe essere avvenuto anche per l'attuale
denominazione dell'isola, forse da attribuire - secondo quanto afferma
Battantier- a una errata interpretazione dell'antico termine latino Accipitrum
insula, dove il segmento -pitrum di tale toponimo sarebbe stato successivamente
corrotto in Pietro e da cui, Isola di San Pietro.
Ritengo possibile che la nuova denominazione si sia imposta in una fase molto
più tarda, quando furono modificati centinaia di toponimi, soprattutto riferiti
a villaggi e nuraghi in onore dei santi. Il toponimo 'YNSM è documentato anche
in un'altra iscrizione votiva del nord Africa, sempre del III secolo a. C.,
proveniente dal tofet di Cartagine (CIS I 5606). Si tratta di una dedica a TNT
PN B'L ( Tinnit volto di Baal) e a B'L Hammon da parte di un personaggio di
nome ŠLM, figlio di ḤN' ŠLM, dove viene anche precisato che appartiene al popolo di
'YNSM (Sznycer 1975 p. 61) .

È opportuno osservare infine come il culto di Bashamem, riconosciuto in
Sardegna attraverso quest' iscrizione il cui nome della divinità si presenta in
forma contratta con caduta di L (lamed), lo si ritrova attestato già nel X sec.
a.C. in Fenicia nella più consueta forma Baalshamem e più esattamente
nell'iscrizione di Yehimilk re di Biblo (KAI 4).
Lo stesso culto è ampiamente diffuso anche tra le popolazioni di lingua
aramaica fino ai primi secoli d. C., culto che si propagherà da Oriente a
Occidente come attestano diverse iscrizioni puniche del nord Africa. Βάάλσάμην è la stessa divinità richiamata in Filone di Biblo
e successivamente verrà menzionata anche nel Poenulus di
Plauto nella forma Balsamem (Poenulus, V, 2, 67).
Affinché sia ancora più chiara quale sia stata la portata e la diffusione del
culto di Bashamem venerato ad 'YNSM nel III sec. a.C., aggiungiamo quest'ultima
nota dell'africano Sant'Agostino (Quaestiones in Heptath., VII, 16, in Migne,
Patrol. Lat., XXXIV, col. 797) che dopo circa quindici secoli ci parla ancora
di genti per le quali quella stessa divinità, seppur con piccole differenze
nella vocalizzazione del nome, è ancora presente e vitale.

"...Nam Baal Punici videntur dicere Dominum; unde Baalsamen quasi Dominum coeli
intelliguntur dicere: Samem quippe apud eos coeli appellantur "

Alcuni riferimenti bibliografici
G. Cara, Sopra un'iscrizione fenicia scoperta in Cagliari, Lettera del Dr. P.
F. Elena al Ch.mo Sig. Cav. D. Gaetano Cara, direttore del R. Museo
archeologico di Cagliari, Livorno 1878.

A. Renan e P. Berger, CIS I n° 139 pp. 182-184; Tav. XXX , Paris
1883.

M. Lidzbarski, Handbuch der Nordsemitischen Epigraphik 1898 p. 427 a; Tav X, 3.

S. Moscati, Italia Punica, Rusconi editore Milano 1986 pp.
163-164.

E. Pais , Bibliografia, Corpus Inscriptionum..... in BAS Anno I Serie II ed. A.
Forni, p. 185, Cagliari 1884.

G.A.Cooke,
A Text -Book of North-Semitic Inscriptions Oxford 1903 pp. 108-109.

M. Lidzbarski, Altsemitische Texte Kanaanäische Inschriften
n. 58 Giessen 1907 p. 45.

A. Taramelli, Guida del Museo Nazionale di Cagliari in Archivio Storico Sardo
1914 p. 264- 279 spec. p. 298.

G. Pesce, Sardegna Punica, Fratelli Fossataro 1962 p. 39; p.44; p 54. Idem,
Sardegna Punica (R. Zucca a cura di) edizione Ilisso Bibliotheca Sarda n. 56
Nuoro 2000 p. 87; 92;102.

H. Donner & W. Röllig, Kanaanaische und Aramaische Inschriften, KAI 64
1962-64 tav. V.

M.G. Amadasi Guzzo, IFPCO Sard. 23, Roma 1967 pp. 101-102 Tav. XXXV

M. Sznycer, L' "Assemblée du peuple" dans les cités puniques d'après les
témoignages épigraphique in Semitica XXV Paris 1975 pp. 47-68 spec. 61.

M. Marcel Simon, Un document du syncrétisme religieux dans l'Afrique romaine in
Comptes rendus de l'Académie des inscriptions...122e année N. 2 1978 pp. 500-525.

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d'Occidente: La religione fenicia. Matrici orientali e sviluppi occidentali (Atti
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G.Tore , Religiosità Semitica in Sardegna .....1989 p. 60 nota 37.

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