L'ISOLA DI SAN PIETRO IN EPOCA BASSO MEDIEVALE: PAPA GREGORIO IX E LA CHIESA DEI NOVELLI INNOCENTI

08.08.2024 16:52

A cura di Gianni Piredda    L’ISOLA DI SAN PIETRO IN EPOCA BASSO MEDIEVALE: PAPA GREGORIO IX E LA CHIESA DEI NOVELLI INNOCENTI

Papa Gregorio IX, secondo la testimonianza proveniente dal Cronicon del monaco Alberico, si inserisce nella storia medievale dell’isola di San Pietro per aver fatto costruire, nell’omonima isola, la chiesa dei Novelli Innocenti. Il pontefice volle, infatti, erigere il santuario, tuttora esistente, per onorare la memoria dei fanciulli crociati, diretti in Terra Santa, periti durante un naufragio, avvenuto nel 1212 presso la Rupe del Recluso, a Nord-Est dell’isola di San Pietro. Il suo pontificato durò 14 anni, dal 1227 al 1241. All’epoca dei fatti, Ugolino dei conti di Segni (futuro papa Gregorio IX) fu cardinale della Curia romana, parente di papa Innocenzo III, e perciò deve essere stato informato della tragica fine della crociata francese. Quel tragico avvenimento lo colpì particolarmente al punto tale da pensare che una volta salito al soglio pontificio si sia preoccupato di far erigere subito una chiesa in un posto così remoto. Ma per quale motivo Gregorio IX volle onorare la memoria dei fanciulli crociati facendo costruire una chiesa in una località cosi lontana? La risposta si può trarre nel particolare amore che il pontefice nutriva per i bambini e soprattutto per San Francesco. Se infatti teniamo in considerazione il fatto che San Francesco e i bambini avevano talmente tante cose in comune, è chiaro che onorare il loro sacrificio significava anche onorare gli ideali del Santo che proprio Gregorio IX canonizzò nel 1228. Con l’edificazione della chiesa il papa fece diventare, l’isola di San Pietro un importante centro di fede e di spiritualità per tutti quei territori che si affacciavano, in epoca basso medievale, nel Mediterraneo occidentale. Si può quindi ben pensare, che sia stato proprio l’intervento del Papa con la costruzione della chiesa in memoria dei “poveri” fanciulli a conferire inizialmente all’isola di San Pietro un ruolo di tutto rispetto nel panorama sulcitano, anche quando le scorrerie dei Saraceni costrinsero gli abitanti del territorio ad abbandonare le proprie terre per molto tempo.  Dalla Cronicon si evince che al fine di mantenere custodito il Santuario in un luogo disabitato quale era l'Isola nel XIII secolo, Gregorio IX istituì dodici prebendari che dovevano mantenere vivo il culto cristiano nel territorio. L'inglese G. Zabriskie-Gray, autore del libro The Children's Crusade sostiene che l'isola di San Pietro fu da allora sempre frequentata come luogo di preghiera e  la storia dei bambini crociati fu ascoltata con particolare interesse per molto tempo. Ciò fu dovuto al fatto che i visitatori potevano vedere ancora integri i corpi  dei piccoli naufraghi.

In un'epoca di pellegrinaggi in luoghi sacri una chiesa come quella dei Nuovi Innocenti, nel Medioevo, non poteva quindi non acquistare valore di fede per la cristianità. La sua fama si estese, con il trascorrere dei secoli, anche oltre i confini della Sardegna divenendo un importante luogo di culto per gran parte dei popoli che si affacciavano nel Mediterraneo occidentale. L'isola di San Pietro fu considerata “Sacra” in quanto lì erano custodite le spoglie di quei piccoli martiri della cristianità. Solo dopo molti decenni l'interesse per quel “sepolcro” svanì e il numero dei visitatori nell'isola di San Pietro diminuì. Alcuni storici sostengono che i prebendari, dopo circa tre secoli di attività lasciarono l'Isola (probabilmente i sacerdoti abbandonarono la chiesetta intorno al XVI secolo). Fu così, dice lo storico Zabriskie-Gray, che i fanciulli furono lasciati a riposare nella loro tomba trascurata e abbandonata. L’Isola rimase deserta sino all’epoca della colonizzazione del 1738.

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